La polenta è forse il piatto più antico, ho scoperto su internet che già in Mesopotamia si preparava una pietanza simile con miglio e segale, l’avvento del mais invece, secondo fonti accreditate, è legato alla scoperta dell’America.
Nel nostro Paese la polenta è stata fondamentale per tantissimi anni, i contadini la mangiavano giorno e sera e quando andava di lusso era consumata insieme al formaggio, veniva servita su un grosso piatto ricoperto da un tovagliolo affinchè mantenesse il calore, poi quando si era raffreddata veniva servita a fette tagliata non con il contello ma con il filo di cotone, perchè, anche a detta degli esperti, solo così si riesce a mantenere intatta la sua granulosità.
Questo piatto e la sua preparazione mi fanno riaffiorare tante immagini che da sbiadite si fanno più concrete, rivedo mia madre, la nonna e per una strana alchimia le emozioni si mescolano a gusti e profumi di cibi che adesso non cucino più, come i manifregoli fatti con la farina di castagne, una polenta dolce dove si versava latte freddo e infine l’intruglia o per alcuni incavolata, un gustoso minestrone con fagioli, cavolo e farina gialla.
Oggi anche la cucina è cambiata, si mangia bene e in abbondanza tutti i giorni, i piatti sono variegati, il pesce viene cucinato più spesso e anche l’arte culinaria ha subito contaminazioni da altre usanze e culture. Quand’ero piccola, prima dell’apertura di supermercati e di centri commerciali c’erano tanti piccoli negozi a conduzione familiare che spesso davano anche a credito, in queste piccole realtà il cliente veniva consigliato dal negoziante e tante cose venivano vendute sfuse come pasta, zucchero, caffè.
Si consumava solo frutta e verdura di stagione, non esistevano i surgelati e i cibi venivano acquistati per essere consumati nella giornata, alcuni prodotti per mantenerli venivano messi sulla mensola della finestra, il freddo ne garantiva la durata.
Il latte veniva venduto sciolto, a casa mia passava tutti i giorni una signora in bicicletta che attingeva con un mestolo di metallo da un grosso bidone, il vino invece si comprava nell’osteria, i misuratori erano di vetro, mezzo litro, un litro e un quarto.
Adesso grazie all’uso di moderni elettrodomestici le case abbondano di tutto, ma i ricordi sono un modo per far rivivere luoghi, sapori, odori che hanno contraddistinto la nostra giovinezza e dato significato alla nostra vita.