(…come se un sogno più inconsueto
avesse impolverato di sé
i loro visi)

Simile a una città a sera
è questa collezione di giornate:
ogni pensiero nasce e cresce
rassomigliando ai giardini delle case,
un retrobottega quasi sazio
di profumi, di pasti e famiglie
sedute ancora insieme;
simile a un reticolo di vicoli,
venature ripiegate fra cortecce
e frutti troppo maturi,
mentre non distinguo più l’accumulo
chimico fra le giunture,
dalla carne, gli spigoli delle ossa.
Così, ragazzi e fanciulle,
scorgo le vostre occasioni,
dall’espressione malinconica,
di cortigiani nell’attimo in cui un sogno
incompleto
impolvera di sé le palpebre
e i volti.
Diventeremo immagini assai miti,
idee di qualcosa che ha colmato
col tiepido respiro di camicie
calde e sgualcite i coni di luce
e i golfi d’ombra, il contrappunto
dei lampioni e il quasi-singhiozzo
degli orologi al quarzo
che i pendolari portano al polso.

Simile a tutto ciò
così tenera e rassegnata, accontentata
e stanca
è per me, ora, la sera.